SOSESI
SORRISO SERENITÀ SICUREZZA è l’animo sociale del gruppo MEG che si fonda su 4 cardini strategici
1° CARDINE: LA CREAZIONE DI LAVORO PRODUTTIVO
Ridurre la contribuzione sul lavoro a favore del dipendente e dell’azienda, premiando produttività e orari straordinari. Liberalizzare i contratti di assunzione. Istituire il contratto di “Mini Job”, con durata massima fino a 5 anni che preveda uno stipendio netto mensile di € 600 (per 25 ore settimanali) su cui l’azienda paga soltanto i contributi antinfortunistici anche tramite assicurazioni aziendali private. Il lavoratore non paga imposte sul reddito. Al termine del contratto di “Mini Job”, naturale o anticipato, prevedere sgravi fino a tre anni per le imprese che decidono di assumere i suddetti lavoratori con contratti di tipo tradizionale. Il “Mini Job” risulterebbe fondamentale per trasmettere il sapere dei senior delle PMI (Piccole Medie Imprese) alle nuove generazioni, per favorire l’avvio di nuove imprese, per incentivare gli investimenti esteri e riassorbire la disoccupazione giovanile e femminile, nonché degli stranieri in regola ma senza lavoro. Il “Mini Job” diverrebbe così la nuova formulazione dell’apprendistato giovanile e un importante veicolo di regolarizzazione del lavoro sommerso.
2° CARDINE: LA RIVOLUZIONE FISCALE
Calcolare il reddito imponibile sulle persone fisiche, detraendo tutte le ricevute fiscali dei beni e dei servizi acquistati, utilizzando i sistemi di pagamento elettronici. In tal modo il gettito dell’imposizione tributaria diretta dovrebbe scendere sensibilmente, ma l’emersione/regolarizzazione del reddito sommerso farebbe salire l’imposizione tributaria indiretta sugli scambi e sui consumi, con invarianza di aliquote I.V.A. Ridurre di un terzo l’Imposta su Redditi di Impresa e azzerare progressivamente l’I.R.A.P. (Imposta Regionale Attività Produttive) per consentire il rilancio degli investimenti. Completata questa rivoluzione, la pressione fiscale complessiva dovrebbe scendere dall’attuale 45% al 33% del prodotto interno lordo.
3° CARDINE: L’OPERAZIONE STRAORDINARIA PER ABBATTERE IL DEBITO PUBBLICO
Privatizzare 400 MD di € di patrimonio dello Stato e degli E.E.L.L. (Enti Locali), attraverso la Cassa Depositi e Presiti. La privatizzazione coinvolge quote di due differenti categorie di attività patrimoniali pubbliche: il patrimonio immobiliare della finanza pubblica allargata (stimato, nel 2011, in circa duemila MD di € dalla Commisione Reviglio Junior su incarico del Ministero dell’Economia) e le partecipazioni azionarie e finanziarie dello Stato (valutate 266.4 MD di € nel Conto generale del Patrimonio del Bilancio consuntivo dello Stato 2012). La contrazione straordinaria del debito pubblico ridurrebbe di oltre un terzo – per oltre 30 MD di € all’anno – gli interessi passivi sul debito sovrano, contribuendo alla riduzione della spesa pubblica corrente. L’emersione del PIL (Prodotto Interno Lordo) sommerso – generata dalla rivoluzione fiscale combinata con l’abbattimento del valore assoluto del debito sovrano – produrrebbe una contrazione del rapporto Debito-PIL attorno all’80%, molto al di sotto di quella che è oggi la media ponderata dell’intera Euro-area (circa il 90%), influenzando così virtuosamente tutto il debito nazionale ed il giudizio dei mercati finanziari internazionali sul nostro Paese.
4° CARDINE: LA LOTTA SENZA QUARTIERE AGLI SPRECHI DELLA SPESA PUBBLICA IMPRODUTTIVA
Ridurre dell’1% all’anno tutte le spese delle amministrazioni pubbliche centrali e locali attraverso: 1- il blocco del turn-over (al 75%) dei dipendenti pubblici; 2- la trasformazione del metodo di calcolo del ticket; 3- la limitazione dei trasferimenti finanziari pubblici a Ferrovie, Anas e Poste, contemporaneamente alla loro privatizzazione attraverso gare europee; 4- la riduzione delle 5 mila voci di trasferimenti correnti e contributi agli investimenti delle imprese oggi presenti nel bilancio annuo dello Stato e superiori a 25 MD €; 5- l’azzeramento di oltre 5 MD di € di pagamenti a carico della finanza pubblica italiana che annualmente vengono effettuati a favore dei paesi dell’U.E. (Unione Europea) che provvedono allo smaltimento dei rifiuti italiani. In tal modo si libererebbero ulteriori risorse pubbliche per investimenti produttivi.